A tutti noi sarà capitato negli ultimi tempi di partecipare ad un evento o visitare una particolare esposizione; senza scomodare situazioni di questa entità, anche solo l’aver ascoltato una canzone dove due o più cantanti hanno performato insieme. In tutti questi casi la parola chiave è “partnership”, e nell’articolo di oggi andremo a vedere di cosa si tratta e cosa prevede un contratto stipulato a questo fine.
Partnership, che cos’è?
Si intende con questo termine un rapporto di collaborazione tra due imprese (o due individui che agiscono a fini di lucro o meno), nato dalla comune volontà di realizzare dei progetti comuni o che siano complementari tra di loro.
In un rapporto di partnership come quello di chetariffa.it con l’offerta Eni Fastweb, ad esempio, le forse in campo e l’obiettivo comune è chiaro: offrire al cliente un pacchetto completo di servizi per la casa ad un prezzo concorrenziale, garantendo comunque standard di qualità alti. Chiaramente per una collaborazione del genere i fornitori devono sottoscrivere un contratto dettagliato, che stabilisca chi faccia cosa quali siano le dinamiche di potere durante il lavoro. Per definire al meglio questi dettagli (così come molti altri) esiste una formula nota come contratto di partnership.
Il contratto di partnership è assolutamente necessario
Non bisogna farsi trarre in inganno però: nonostante sia richiesto un buon grado di creatività e spirito di iniziativa, le partnership hanno bisogno di un contratto dettagliato per minimizzare i potenziali “vuoti legislativi” e compromettere il lavoro.
Per prima cosa è necessario fare una distinzione tra due tipologie diverse di partnership, su cui basare il contratto:
- Verticali: dove le due imprese operano, a prescindere dal settore, in livelli diversi della catena di valore; ad esempio è possibile considerare due attori del genere nelle vesti di un produttore e un distributore;
- Orizzontali: come intuibile, in questo caso le aziende sono di pari livello ma operanti in settori differenti come la telefonia o servizi di fornitura domestica.
Andando poi a considerare quanto scritto nel Codice Civile, per un contratto di partnership considerabile valido devono essere presenti i seguenti elementi essenziali:
- obiettivi del progetto di collaborazione
- durata e risoluzione dell’accordo
- ruoli e responsabilità delle parti in causa
- indicazioni delle parti: capo progetto e partner
- adesione, sospensione e rinuncia dei partner
- qual è la legge di riferimento e qual è il forum competente in caso di non rispetto dell’accordo
In linea di massima la maggior parte dei contratti di partnership avviene quando a collaborare sono due o più imprese operanti nel campo dei servizi (proprio come Eni e Fastweb nell’esempio precedente). Ciò accade per il semplice fatto che, non dovendo organizzare la logistica e l’organizzazione di merci fisiche, è molto più facile creare valore partendo da una situazione di flessibilità, garantita soltanto dall’assenza di beni fisici.
Forme alternative di collaborazione
Come abbiamo appena visto, le modalità di collaborazione tramite un contratto di partnership permettono sì agli attori una certa libertà d’azione, ma sono regolamentate da una legislazione molto accurata. È anche importante distinguere da questo accordo altre due forme di collaborazione tra aziende, spesso erroneamente considerate partnership:
- Franchising: è una formula di collaborazione tra imprenditori nella quale il primo, in procinto di avviare una nuova impresa, preferisce affiliarla fin dal primo momento ad un marchio già affermato.
- Sponsorship: un accordo che preveda pubblicità in cambio dell’impegno a finanziare un progetto, un evento o un’organizzazione.
Infine, quando si parla di collaborazione tra persone ed aziende, esiste ancora una forma di collaborazione nota come testimonial. In questo caso, si tratta di un procedimento che associa l’immagine e la testimonianza di una persona considerata rappresentativa a una causa o a un prodotto per rafforzarne la credibilità.